“Liturgia de amor” l’ultima raccolta poetica di Leone D’Ambrosio tradotta in spagnolo da Carlos Vitale

“Liturgia de amor” l’ultima raccolta poetica di Leone D’Ambrosio tradotta in spagnolo da Carlos Vitale

“Liturgia de amor” di Leone D’Ambrosio è uscito in Spagna ed è pubblicato dalla casa editrice La Garùa di Barcelona.

È la seconda opera in lingua spagnola di Leone D’Ambrosio, la raccolta antologica di 80 pagine, dal titolo “Liturgia de amor. Poesìas, 2002-2012”, edita dalla casa editrice La Garúa di Barcelona e tradotta da Carlos Vitale. Leone D’Ambrosio è tra le voci più significative della poesia italiana contemporanea, i suoi testi sono stati accolti con favore sin dagli esordi da Libero De Libero e Natalia Ginzburg. Molte sue poesie, tra l’altro, fanno parte di antologie della letteratura italiana e francese e sono tradotti anche in inglese, tedesco, portoghese, polacco e in russo da Evgenij Solonovich. Le trentacinque poesie che compongono “Liturgia de amor”, scelte dallo stesso autore nelle varie raccolte pubblicate negli anni e alcune inedite, sono tradotte dal poeta spagnolo Carlos Vitale, che ha già tradotto altri grandi poeti italiani come Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Umberto Saba, Dino Campana, Sergio Corazzini, Sandro Penna. Nella prefazione a “Liturgia de amor” Lia Bronzi scrive: “C’è qualcosa che immediatamente attrae e allo stesso tempo fa pensare nella lirica di Leone D’Ambrosio, per quelle scelte lessicali caratterizzate da ardue assonanze che hanno rimandi e significati complessi che si incontrano per malia di accostamenti mitici e fonetici, spesso ossimorici, che si snodano nel magma atipico della metafora”.

A mettere in risalto l’amore nella poesia di D’Ambrosio sono stati proprio Maria Luisa Spaziani: “Certe poesie che sembrano più leggere nel tono o nel messaggio, si riscattano nella chiusa, nell’aforisma che retrospettivamente illumina i versi precedenti”; Alberto Bevilacqua: “Versi che hanno ‘la loro donna’, una figura (o una serie di figurazioni) che incarna il desiderio di assoluto” e Stanislao Nievo: “È il canzoniere verso la donna amata che ogni volta risorge e attende l’irruzione del sentimento primo”.

Sulla poesia di Leone D’Ambrosio, che è ricercatore in italianistica presso la facoltà di lettere e filosofia dell’università di Roma Tor Vergata e vive a Latina, Rocco Salerno ha scritto di recente il saggio “L’ambivalenza di Eros e Thanatos nella poesia di Leone D’Ambrosio”. Lia Bronzi conclude la sua prefazione evidenziando: “In tal senso, si acclara anche il titolo della raccolta, poiché l’amore dichiarato, non è altro che la passione per la vita smisurata e reiterata più volte anche nel reale, negli affetti familiari, quando si pensa che la morte ci può attendere dietro l’angolo di casa. L’esito formale del testo è poematico, mentre il poeta, come sempre, si dà strumenti raffinati ed eleganti, per orientarsi e non smarrirsi e restare sempre se stesso, adoperando anche sensuose astrazioni. Poeta complesso e sapienziale, Leone D’Ambrosio, che avvince e convince, ma da leggersi con somma attenzione”.