"At the Caffe Trieste" e "Pier Paolo Pasolini (1922-1975)" di Neeli Cherkovski # Traduzione di Alessandra Bava

“At the Caffe Trieste” e “Pier Paolo Pasolini (1922-1975)” di Neeli Cherkovski # Traduzione di Alessandra Bava

“At the Caffe Trieste” (“Al Caffè Trieste”) e “Pier Paolo Pasolini (1922-1975)” di Neeli Cherkovski, tradotte da Alessandra Bava.

At the Caffe Trieste di Neeli Cherkovski

 

now I sit in the cafe drinking espresso

thinking it’s got to be okay

me being contentious and ambitious and

vain, me being myself, an old man

but young when you consider that

somewhere in what is now Indonesia

we came of age, so some tell us,

when we chewed leaves and dug up roots

and hunted with stone

 

it has to be fine sitting here

while the earth burns and the population

spills into the sea which will soon boil over anyway

 

I worry about Mozart

and Bach, all those long hours

composing music for an ungrateful mob

 

that’s how it is as I awaken in a fever

every night fearful of losing it

and falling down in a brick

courtyard with no help in sight

 

I worry about the Louvre Museum

and all that art so vulnerable

to a sudden nuclear strike

or a major eruption on the sun

 

what’s going to happen to my little caffe

with its gossip and poetry?

the hissing espresso machine

echoes outside, I sip the fine dark scrim

and follow with cold water

 

it’s all I’ve got now, this Golden Age,

as an old friend described it

listening to Italian arias

on the caffe’s juke box and waiting for

a solution to arise

 

I close my eyes and take one final sip

tasting the soil on a faraway estate

and the interplay of sunlight

and cloud forest

 

the caffe has been here

since 1956, you’ll find it

when you want it, maybe,

and maybe not, in a proper

season, in this new age

of splendor on a crowded

planet, all I ask

is that you smile

and lean back

to taste the tenor of the sky

 

Al Caffè Trieste di Neeli Cherkovski

 

Eccomi seduto al caffè a bere un espresso

pensando che deve essere giusto

sentirmi polemico, ambizioso e

vanesio,  sentirmi me stesso, un uomo maturo

ma giovane se si considera che

da qualche parte in quella che è l’Indonesia ora

abbiamo raggiunto la maggior età, come dicono alcuni,

quando masticavamo foglie e dissotterravamo radici

e cacciavamo con pietre

 

è bello star seduti qui

mentre la terra brucia e la popolazione

si riversa in mare che a breve bollirà comunque

 

mi preoccupo per Mozart

e Bach, a comporre musica

tutte quelle ore per gente ingrata

 

è così che mi risveglio febbricitante

ogni notte temendo di perderla

e ricadendo in un cortile

lastricato con nessuno a darmi una mano in vista

 

mi preoccupo per il Museo del Louvre

e tutta quell’arte così vulnerabile

a un improvviso attacco nucleare

o a un violento brillamento solare

 

cosa accadrà al mio piccolo caffè

con le sue chiacchiere e la sua poesia?

La macchina dell’espresso sibila e

risuona all’esterno, sorseggio la buona crema scura

e a seguire l’acqua fredda

 

è tutto quello che mi rimane adesso, questa Età Aurea,

come descritta da un vecchio amico

ascoltando arie italiane

sul juke box del caffè aspettando

che una soluzione si presenti

 

Chiudo gli occhi e bevo l’ultimo sorso

gustando la terra di una piantagione lontana

e la luce di sole che gioca

con la foresta pluviale

 

il caffè è qui

dal 1956, lo troverete

quando lo vorrete, forse

o forse no, in una stagione

consona, in questa new age

di splendore su un pianeta

affollato, tutto ciò che chiedo

è che sorridiate

e vi rilassiate

per gustare il tenore del cielo.

 

Caffe Trieste #1 © photo Alessandra Bava

 

Pier Paolo Pasolini (1922-1975) di Neeli Cherkovski

 

they kicked Pier Paolo

out of the Communist Party

but he somehow continued writing

down to the soul of what Italy was and

what Italy would yet become

 

they cut him down, but he built

them up, they locked the door,

yet he sheltered them across war-torn ruins

 

they ignored him till his humanity came

rushing down gullies like a torrent

and his words trebled

and touched the people

wherever they were,

even those who threw him out

recognized the fire of his language

and the red rose in his song

 

Pier Paolo…

abbracciare la sua fiamma

 

 

Pier Paolo Pasolini (1922-1975)

 

lo hanno cacciato a calci

dal partito comunista Pier Paolo

ma ha pur sempre continuato a scrivere

fino al midollo ciò che l’Italia era e

ciò che l’Italia sarebbe diventata

 

lo hanno offeso, ma lui li ha

celebrati, hanno chiuso la porta a chiave

ma lui li ha ospitati tra le rovine di guerra

 

lo hanno ignorato fin quando la sua umanità

non è sgorgata come torrente dai calanchi

e le sue parole sono triplicate

e hanno commosso la gente

dovunque essa fosse,

anche coloro che lo avevano cacciato

hanno apprezzato il fuoco della sua lingua

e la rosa rossa nel suo canto

 

Pier  Paolo…

abbracciare la sua fiamma.

 

Neeli Cherkovski  nasce a Santa Monica nel 1945. Poeta e critico letterario, ha scritto dodici raccolte poetiche e 2 importanti biografie su Bukowski e Ferlinghetti. Il suo libro Whitman’s Wild Children – un memoir dedicato a 11 poeti – è considerato un classico underground. Dal 1974 vive a San Francisco.

Foto di copertina: Neeli Cherkovski © photo Jannie Dresser

Clicca qui e leggi un’altra poesia di Neeli Cherkovski pubblicata su Patria Letteratura.

Caffe Trieste #2 © photo Alessandra Bava