"Un mare che si abbandona", tre poesie inedite di Paulina Spiechowicz

“Un mare che si abbandona”, tre poesie inedite di Paulina Spiechowicz

Oggi pubblichiamo tre poesie inedite di Paulina Spiechowicz.

Poesie di Paulina Spiechowicz.

I.

Abito questa forma
una linea che traina
– indefinita

L’instabilità
delle ombre,
Sono l’amore che torna
il tratto
il volto
il tempo
sospeso

Una mano che si abbandona
Lenta
Sul tempo stantio
il campo silente e
il corpo

la notte trema
adesso
tra le tue parole

II.

Questa linea è
Una lingua madre
Il sentirsi a casa non è mai stato
così difficile
dopo aver condiviso
anarchie e spostamenti

tesse ipotenuse
solstizi solitari
ingoia, la notte
s’asseta di spazi
i silenzi sono abissi,
e
e potrebbe trattarsi:
di una piccola cosa
infima
inutile
Un dettaglio
di troppo
La sbavatura
che sporca
– la traccia del rossetto

Sarebbe una parola mal tradotta
o l’amarsi in eccesso

(Mentre gli altri dormono
rubiamo spazio al silenzio)

E non solo ombra
Ma frammento di vetro

Tre le cose che penso
(In quelle che cerco, quelle
che perdo), sarebbe come vedere uno squarcio
il mare annebbiato, la città che
Si apre, il porto compatto

ci teniamo stretti
il dettaglio sottratto è
una vittima, tra il punto
e la virgola,

Linee e ipotenuse
 
a volte basta poco
il sentimento d’eccesso
nelle minime cose è

e il tempo è
quest’attesa
il cielo sa di settembre
e la fine dell’estate
mette sempre una certa tristezza

quando eravamo a Beirut
l’inverno non arrivava mai
nei bar soleggiati di Hamra
nei ristoranti di Mar Mikael
abbiamo scongiurato le attese

poi
la città non è più stata

spesso
troppo spesso
si parla
di guerre
di rivoluzioni
d’attualità
di briciole di giornali

noi invece
aspettiamo
il migrare delle rondini

e io
io non ho voglia di parlare:
di guerre
di rivoluzioni
di politici, di banchieri
e
di assassini,
e
di vittime
di corruzione

ho visto la povertà per le strade
dato il pane a
un bambino siriano,
rovistava dentro un cassonetto
sotto casa

adesso aspettiamo
aspettiamo anche noi
l’arrivare dell’inverno
la città
non è più la stessa,

ho un sapore
acerbo sulle labbra
il cielo si è sbavato

Paulina Spiechowicz è nata a Cracovia e cresciuta in Italia. Ha pubblicato la raccolta di poesie Studi sulla notte (Ensemble, 2012), e racconti con Giulio Perrone Editore. In Francia, è uscito Intimism (Editions Horror Vacui, 2013), e Les mots qui nous manquent (Calmann-Lèvy, 2016). Due testi per il teatro, Medea’s visions (2018) e Oreste will be back (2019), sono andati in scena a Parigi alla Ménagerie de verre, a Napoli al Teatro Bellini e alla Fondazione Mondragone.

Paulina