"Let there be no more" di Gémino H. Abad, vincitore del premio Feronia 2009 # traduzione di Gëzim Hajdari

“Let there be no more” di Gémino H. Abad, vincitore del premio Feronia 2009 # traduzione di Gëzim Hajdari

“Let there be no more” poesia inedita di Gémino H. Abad, vincitore del premio Feronia 2009. La traduzione è del maestro Gëzim Hajdari.

Let there be no more di Gémino H. Abad

Let there be no more
Legends on the moon.
Why play children’s games
With an explained fact.
The moon is dead, and cold,
As any dragon fact.

To explain is to fix
Even the orbit of change.
The way moonbeams fall
Must respect a discipline;
And as we wake, submit
To interpretation of dreams.

Let us check our notions
With specimens of the moon,
Rocks and sterile dust
And fossils of the lunar god.
Where theory cleaves our ground,
Magic weaves our revenge.

Of our legends
We are the very text.
The facts we seek and explain
Have first dwelt with us,
But we are estranged.
O, we are our games.

If the moon be dead –
Waste inhabitable ground –
We shall miss a part
Of our speech, a nerve
Of our text, and risk
Perils of the dragon fact.

Friend, look again,
The moon rises, fire in the hills!
The moon sets, where stars
Rain their arrows down!
Put your mythical armor on,
Child-slaying dragons abound.

 

Lasciate che non siano le più grandi di Gémino H. Abad

Lasciate che queste non siano le più grandi
leggende sulla luna.
Perché divertirsi con i giochi d’azzardo dei bambini
considerandoli una realtà.
La luna è morta, e fredda
come qualche verità perseguitata.

Dare una spiegazione
è fissare ancora l’orbita del mutamento.
La strada degli splendori lunari
cade rispettando al massimo una disciplina,
e così noi attendiamo
rassegnandoci ad interpretare i sogni.

Lasciate che verifichiamo le nostre opinioni
avendo come modello la luna,
rocce e sterili ceneri
e fossili del Dio lunare,
dove la dottrina fende la nostra terra,
tesse magicamente l’armatura della nostra vendetta.

Delle nostre leggende
siamo noi i veri testi.Noi andiamo alla ricerca
delle verità e diamo una spiegazione
essendo stati i primi ad avere dimora nelle leggende,
ma siamo stati allontanati.
O, noi siamo i nostri giochi.

Se la luna dovesse morire –
la terra diverrebbe un inabitabile deserto –
Noi perderemo una parte della nostra parola,
il sangue freddo dei nostri argomenti,
e il rischio, il pericolo
della verità perseguitata.

Amico, guarda ancora,
la luna sorge, è fuoco sui colli!
La luna si colloca
dove le stelle piovono giù sui loro dardi!
Posano sulla loro mitica armatura,
gli innumerevoli bambini massacrati dalla persecuzione.

 

Gémino H. Abad è uno dei poeti contemporanei più noti del sud est asiatico. È nato nel1939 inuna delle più grandi megalopoli del mondo, Manila, luogo di molte contraddizioni. Nella città natale termina le elementari e le superiori, si laurea brillantemente in Letteratura Inglese nel 1963, presso l’università della capitale, dove attualmente insegna. Oltre ad essere un rappresentante della poesia moderna del suo Paese, Abad è anche il maggior studioso della storia della poesia delle Filippine. È vincitore di numerosi premi letterari. Anche la grande enciclopedia letteraria di Oxford lo riporta come il più conosciuto poeta filippino contemporaneo. La sua opera verte principalmente sulla questione dell’uomo, sulla pace e sulla giustizia umana. Per lui, come per altri poeti filippini, non è stato facile vivere e scrivere per decenni sotto la famigerata dittatura di Marcos. Grazie al valore indiscusso della sua opera, egli stesso è divenuto un simbolo per la cultura nazionale. Oggi, Abad, rappresenta la coscienza critica del proprio Paese, insieme ai poeti José Dalissy Jr e ad Alfred A. Yuson. Questo, ha fatto sì, che la sua attività venga apprezzata sia dai lettori filippini che all’estero.
Nel 2009 ha vinto il Premio Feronia a Roma.