“Passaparola” di Simon Lane
Recensione di “Passaparola” (Ottolibri) di Simon Lane.
Felipe è il domestico personale di una serie di persone molto in vista, a Parigi. Viene accusato di aver assassinato monsieur Charles, una persona influente e appartenente all’alta società parigina. Effettivamente, Felipe aveva avuto un diverbio alquanto brutale con il proprio datore di lavoro, tutto questo perché quest’ultimo non gli aveva accordato l’aumento da trentacinque a quaranta franchi l’ora che il maggiordomo aveva più volte richiesto. A detta del parigino, infatti, il lavoro di Felipe, per difficoltà e impegno richiesti, era più che pagato. L’aumento negato manda su tutte le furie il domestico che perde il senno. Felipe non ricorda cosa sia accaduto dopo la discussione. Si sovviene soltanto del cadavere di monsieur Charles sul tappeto dell’appartamento ma ne ignora completamente le cause della morte. Felipe, preso dallo spavento, decide di sbarazzarsi del corpo di monsieur Charles e, nel giorno più lungo dell’anno, in piena Festa della Musica lo trascina con sé, dentro a un bidone dell’immondizia e per mezza Parigi, prima di consegnarlo alle acque della Senna. Tutto farebbe pensare alla colpevolezza di Felipe che, tuttavia, è sicuro di essere innocente. E, allora, la domanda sorge spontanea: se non è colpevole, perché si è sbarazzato del corpo di monsieur Charles? La risposta è perché Felipe è clandestino e, in ogni caso, sia d’innocenza che di colpevolezza, teme di essere scoperto dalla Gendarmeria e di essere espulso dalla Francia e Felipe, e questo è fuori da ogni discussione, ha bisogno di lavorare. Ma allora chi è il colpevole, se non l’unico uomo in carcere e sul banco degli imputati? Per scoprirlo dovete leggere questo appassionante romanzo di Simon Lane e ascoltare la confessione registrata che il domestico filippino rilascia al proprio avvocato. In Passaparola, tuttavia, c’è molto di più di una semplice ricostruzione dei fatti, in questo romanzo assistiamo alla ricostruzione di un mondo attraverso lo sguardo semplice e profondo del domestico filippino. Se è vero, come diceva Pasolini, che la più alta purezza la possiamo riscontrare in chi ha fatto la quarta elementare e in chi possegga la cultura più ampia (di conseguenza non negli strati medi della società), il racconto che ci viene offerto è estremamente puro e, per certi tratti, anche un po’ naïf. Felipe, raccontandoci delle persone per cui lavora, ci racconta un po’ se stesso, ci rende partecipi dei propri progressi sociali e culturali, delle emozioni che albergano nel suo animo. L’uso, irregolare ma continuo, della reiterazione ci riporta alle emozioni palpitanti vissute e raccontate in prima persona dalla voce narrante.
Il libro si intitola Passaparola poiché grazie al passaparola tra uomini d’affari e alla qualità e affidabilità del proprio lavoro Felipe aveva iniziato a lavorare con un numero di persone sempre crescente, migliorando il proprio tenore di vita e contribuendo ad aiutare la propria famiglia. Simon Lane è un grande scrittore perché sa tenere il lettore sul filo e quando, ad un tratto, la tensione pare scemare ecco la rivelazione, l’ennesimo e intrigante colpo di scena. A mezza strada tra il giallo, il noir e il racconto realistico, Passaparola è un romanzo godibilissimo pubblicato da Ottolibri che ha avuto l’indubbio e considerevole merito di aver tradotto questo piccolo gioiello dei giorni nostri. E, ora, la domanda è d’obbligo: chi avrà ucciso monsieur Charles? Esiste solo un modo per scoprirlo