"Pantera" di Stefano Benni

“Pantera” di Stefano Benni

Recensione di “Pantera” di Stefano Benni, uscito quest’anno per Feltrinelli.

Nella bella cornice della nuova libreria Feltrinelli di Parma, davanti a un pubblico numeroso ed entusiasta, si è svolta la presentazione di Pantera, Feltrinelli, l’ultimo romanzo dello scrittore Stefano Benni. Il romanziere e poeta bolognese, torna a narrarci le vicende dell’amata periferia, la periferia emiliana della giovinezza dell’autore. “L’unico elemento biografico”, racconta Benni “è il fatto che io in una sala da bigliardo ci ho lavorato davvero, da adolescente, e il ragazzo che serve sono un po’ io”. Continua: “Dietro i nomi fittizi dei protagonisti, si nascondono personaggi vissuti realmente, solo un po’ romanzati.” Pantera ci racconta la storia di una donna con un innato talento per il gioco del bigliardo, un mondo assolutamente maschile e maschilista, un’eroina sui generis che sfida ogni convenzione pur di raggiungere il proprio scopo …  Così, la giovane e fascinosa giocatrice, uno dopo l’altre, stende tutti i maggiori contendenti fino a raggiungere l’insidiosissima e avvincente finale con Jones, un inglese giunto da poco in città  e sotto le cui spoglie, per ammissioni dello stesso autore, si nascondo la l’eclettico musicista David Bowie, almeno esteticamente. Di particolare interesse risultano il cieco Borges, un vero e proprio poeta di periferia, un cieco che da ogni minimo segnale riesce  a indovinare l’esito di ogni colpo di stecca. Il garçon che serve tra i tavoli, infine, è il vero collante di questo primo racconto.  Ma chi vincerà il torneo dell’Accademia dei Principi? Chi sarà il campione assoluto? La prima parte del libro si conclude con un clamoroso colpo di scena.

A chiudere il dittico di racconti Aixi, la storia di una ragazzina sarda, pescatrice. Questi vive tutti i dubbi, i sogni e le paure tipiche dell’età adolescenziale. Figlia di pescatori, la piccola prende in mano il destino della propria famiglia immolandosi nel duro lavoro della pesca. L’autore ci conduce, per mano, intorno a tutte le vicende personali e familiari della protagonista, in un piccolo villaggio della costa. La sfida di Aixi? Pescare un pesce tanto grande la cui vendita risolverà i gravi problemi del la propria famiglia. Ci riuscirà? Ecco il secondo coup de théâtre… Un grande colpo di scena, tuttavia, si costruisce per gradi ed è qui che Benni ci mostra tutti i ferri del mestiere, stupendoci con una maestria naturale ed eclatante, regalandoci un finale inatteso e tutto da gustare.

Confesserà l’autore: “Vivono in me due anime, una suburbana e l’altra montanara. La prima è rappresentata in Bar Sport, la seconda è incarnata da Margherita Dolcevita.”  Conclude, infine: “Ho scelto di ambientare il secondo racconto in Sardegna perché è una terra selvaggia, almeno la Sardegna non turistica in cui mi rifugio io nelle mie vacanze; amo, d’altro canto le periferie, perché sono reticoli di umanità, un luogo magico in cui ho appreso diverse lezioni di vita negli anni in cui mi sono formato.” Ma qual è il sottile filo che lega questi due racconti, apparentemente così disconnessi? Non vi resta che leggere il romanzo, ma con una raccomandazione: fate attenzione allo strabiliante finale, un colpo da vero maestro.