"Lieve offerta", le poesie e le prose di Antonia Pozzi (a cura di Alessandra Cenni e Silvio Raffo)

“Lieve offerta”, le poesie e le prose di Antonia Pozzi (a cura di Alessandra Cenni e Silvio Raffo)

Nelle librerie dal dicembre scorso, “Lieve offerta” a cura di Alessandra Cenni e Silvio Raffo (Bietti, 805 pp., 29,00 euro) porta all’attenzione dei lettori e degli studiosi poesie e prose di Antonia Pozzi. Nel centenario della nascita quest’opera offre la più completa ed esaustiva raccolta di scritti pozziani oggi disponibile, insieme ai versi di Parole e La vita sognata, ci sono infatti passi dell’epistolario, note di viaggio, il diario 1935-38 e altri inediti.

La mole dei documenti proposti e il lavoro filologico dei curatori, permettono di avere un’idea precisa di Antonia, poetessa autentica e istintiva, e della sua tragica esperienza biografica, culminata nel 1938 con il suicidio. Fare i conti con Antonia Pozzi è oggi necessario per la comprensione di alcuni passaggi chiave della poesia novecentesca. Non avere consuetudine con l’autrice di Parole  significa non poter comprendere la nascita e gli sviluppi di un poeta centrale come Vittorio Sereni, che di Antonia fu caro amico, compagno di università, e soprattutto lettore attento e innamorato. La psicologia tragica della Pozzi lasciò, a pochi anni dallo scoppio della guerra, una ferita che rimarrà definitivamente aperta in lui e in altre personalità di area lombarda, che ne veicoleranno da subito un recupero difficile e dalle più parti ostacolato.

3 Dicembre

All’ultimo tumulto dei binari

hai la tua pace, dove la città

in un volo di ponti e di viali

si getta alla campagna

e chi passa non sa

di te come tu non sai

degli echi delle cacce che ti sfiorano.

Pace forse è davvero la tua

e gli occhi che noi richiudemmo

per sempre ora riaperti

stupiscono

che ancora per noi

tu muoia un poco ogni anno

in questo giorno.

Le poesie di Antonia Pozzi, occultate da vicende editoriali complesse e da una edulcorazione ad opera di mani estranee, cominciano decisamente a venire alla luce nella loro fisionomia più autentica. Ricorda la curatrice stessa come “l’analisi stilistica delle poesie di queste poesie è una vera investigazione”. Ora l’investigazione, di certo non completa, è a buon punto, e si può approfittare di dati che erano attesi da tempo. Questo rende Lieve offerta appetibile anche per gli studiosi oltre che per il semplice appassionato che i versi della Pozzi ha avvicinato e sicuramente continuerà ad avvicinare.

Novembre

E poi – se accadrà ch’io me ne vada –

resterà qualche cosa

di me

nel mio mondo –

resterà un’esile scìa di silenzio

in mezzo alle voci –

un tenue fiato di bianco

in cuore all’azzurro –

Ed una sera di novembre

una bambina gracile

all’angolo d’una strada

venderà tanti crisantemi

e ci saranno le stelle

gelide verdi remote –

Qualcuno piangerà

chissà dove – chissà dove –

Qualcuno cercherà i crisantemi

per me

nel mondo

quando accadrà che senza ritorno

io me ne debba andare.

L’isolamento poetico in cui è vissuta questa autrice prima di andarsene, risulta sempre meglio e sempre più un valore, che ha cristallizzato la sua presenza sottile fra i grandissimi del Novecento. L’esile scia di silenzio che la poetessa tracciava dietro sé arriva a noi, cento anni dopo, ancora chiara e fortissima, libera dalle pastoie di collocazioni storicistiche nell’affollata stanzetta del “canone”. Antonia Pozzi viveva in rapporto alla poesia senza il sospetto del tempo, scriveva per necessità e in vita non pubblicò mai nulla. Il dono di questa giovane donna illuminata dall’incontro con le opere di Thomas Mann, che viveva in sé il dissidio tra arte e vita come Tonio Kröger, è un fossile che lancia in negativo il messaggio di una disperata voglia di vivere, di una esistenza fragile resa impossibile dallo stesso respiro, dal battere del cuore.

Tutto fuorché il gioco intellettuale e la menzogna sono contenute nelle 288 poesie di Lieve offerta, e commuove leggere nei versi i luoghi e i nomi della biografia senza soluzione di continuità, a cominciare dalla radura di rododendri nel paesino di Pasturo scelta come cimitero. La giovinezza che non trova scampo, la presenza di una sensualità forte e ambigua, il capriccio di un’esistenza disperata, e ancora la maternità voluta e negata a se stessa, gli amori impossibili e contrastati, le grandi amicizie, e il richiamo invincibile della morte. Lieve offerta racconta tutto questo attraverso la voce di un’autrice ritrovata.