“L’esatto contrario” di Giulio Perrone
Recensione di “L’esatto contrario” (Rizzoli) di Giulio Perrone.
Editore, esordiente scrittore.
Esce L’esatto contrario (Rizzoli), il giallo di Giulio Perrone, fondatore della casa editrice romana che porta il suo nome.
Riccardo Magris è il giovane protagonista del romanzo. Un trentacinquenne che sognava di diventare un famoso giornalista e che si ritrova, invece, a scrivere recensioni di libri su “TuttoGiallo”, un settimanale di cronaca nera.
Abbandonato dalla fidanzata Gaia, è costretto a condividere il suo appartamento di San Lorenzo insieme ad altri due coinquilini: Sandro, appassionato morboso di Proust, e Rachele, una eccentrica mistress.
Ha una sola vera fede, ed è la Roma, la sua squadra del cuore. Una passione che Riccardo è riuscito a trasformare anche in un lavoretto. Una volta a settimana, infatti, conduce un’ironica rubrica radiofonica sui peggiori calciatori mai esistiti.
Una vita piatta e ordinaria, ancorata ai grandi sogni nel cassetto e mai realizzati. Almeno fino a quando il passato non tornerà prepotente e improvviso.
Il suicidio del professor Morelli riporta alla memoria di Riccardo i tempi dell’università.
Il pensiero torna a Giulia e a quel bacio scambiato, così profondo e dolce. Un vecchio sapore mai dimenticato. Un legame improvvisamente spezzato dalla prematura morte della ragazza, barbaramente uccisa nei bagni della Sapienza, dieci anni prima. L’unico sospettato è Morelli, accusato poi dell’omicidio.
“I ricordi tornano immediati, tutti insieme. A volte è davvero difficile fare finta di niente. Girare la testa. Qualcosa si muove e ti mette alle strette”.
Quel passato sarà il pretesto che porterà Riccardo a riprendere in mano la sua vita. Venuto in possesso del diario segreto di Giulia, si improvviserà investigatore. Uno Sherlock Holmes impacciato e senza alcun tipo di esperienza, ma intenzionato a ricostruire i pezzi del passato forse diverso da come aveva sempre creduto.
A far da cornice alle vicende narrative c’è Roma. Una città che non perde il suo fascino nemmeno davanti a eventi così drammatici. Un viaggio tra i suoi quartieri – Flaminio, San Lorenzo, Corso Trieste – che il lettore compie insieme a Riccardo, in sella alla sua Vespa.
Una Roma inusuale da come si è portati a immaginarla. Una Roma che non celebra i monumenti che la rendono eterna, per lasciare spazio ad una quotidianità fatta di negozi di frutta di cingalesi e birre nei pub di San Lorenzo.
E al lettore sembrerà di averla davanti ai suoi occhi. Le descrizioni, così evocative e precise, sono uno dei punti di forza del romanzo. Insieme all’ironia. Seppur un thriller, L’esatto contrario è, infatti, estremamente ironico nei toni, a partire dai dialoghi dei personaggi che lo popolano.
Il ritmo incalzante – tra sospetti e conti che non tornano – e la scrittura pulita spingono a una lettura famelica. Poi arriva l’ultima pagina e dispiace di essere già alla fine.
Tanti i ricordi che tornano più vivi che mai. Tanta la voglia di verità. Ma soprattutto un invito a rimettersi in gioco. Sempre.