«I Cavalieri erranti» di Victor Hugo - traduzione di Stefano Duranti Poccetti (Nulla die, 2020)

«I Cavalieri erranti» di Victor Hugo – traduzione di Stefano Duranti Poccetti (Nulla die, 2020)


Recensione di «I Cavalieri erranti» di Victor Hugo – traduzione di Stefano Duranti Poccetti (Nulla die, 2020).

Questo libro così coraggioso si propone di far conoscere in Italia due poemi di Victor Hugo (1802-1885), padre del Romanticismo in Francia e celebre autore di Notre-Dame de Paris, romanzo storico che rappresenta una pietra miliare della letteratura francese e non solo.

Les Chevaliers errants/I Cavalieri erranti si compone di Le petit roi de Galicem e Eviradnus:poemi cavallereschi, tradotti da Stefano Duranti Poccetti per le edizioni Nulla die.

Riscoprire un Hugo dimenticato è certamente un’operazione degna di nota, soprattutto per l’interessante formula estetica, e poetica, e per il fascino denso di mistero – e di spiritualità – che emergono dai versi (quel “mistico astrattismo, che diventa a tratti metafisico e surreale” di cui parla Duranti Poccetti nell’introduzione).

Portiamo un vivo esempio che possa illustrare con efficacia e immediatezza i termini della visione e della cura della forma di cui vorrei parlare:

L’ombra della tenebrosa roccia è sembrata

più nera e pare che una parte d’essa

abbia preso vita, andandosene nella selva buia.

Adesso, la si vede quale spettro in marcia,

laggiù, nella lugubre chiarezza del tramonto.

La tenebrosa roccia, la selva buia, lo spettro in marcia e la lugubre chiarezza sono solo alcune delle più importanti rese espressive di questo volume: “paura e luce”, contrasti lampeggianti, evidenti; “dal profondo dei cieli colmi d’urla”, immagini che recano vertigine. E nella vertigine si verifica l’esplorazione ininterrotta del viaggiatore-lettore.

Ma non ci sono soltanto forti contrasti e vertigini; ritroviamo anche pura bellezza, nostalgia, distanti profili di quiete e di colori.

Tutt’a un tratto la campana in lontananza rintocca,
i bordi dei grigi monti si tingono di lunghi fili scarlatti.
Ecco che, portando fasci di ginestra,
il popolo viene a cercare la sua dama. L’alba è nata,
i villaggi si muovono, tutti accorrono. Vermiglia,
Mahaud, si desta insieme all’avvento dell’aurora.
Pensa di sognare, crede che la foschia
abbia preso i giovani per farne un vegliardo:
li cerca con gli occhi, forse li rimpiange.

Hugo introduce protagonisti che posseggono nel cuore la virtù del Bene; eroi che si oppongono ai mali e tentano di combatterli attraverso le loro azioni, e nel nome di Dio.

Dio conduce per mano

il vendicatore attraverso il vostro spaventoso cammino:


l’ora in cui siete esistiti è già suonata,


niente può cambiare il vostro destino,


la spada irremovibile e calma è nel fodero.