Due poesie inedite di John Brandi # traduzione di Alessandra Bava

Due poesie inedite di John Brandi # traduzione di Alessandra Bava

“A Rose for Lorca” e “Time is Short” sono due poesie inedite di John Brandi tradotte da Alessandra Bava.

A Rose for Lorca di John Brandi

A little girl in white chiffon
pinned with the Sacred Heart skips Hopscotch squares,
her feet two asterisks in the lemon-colored rain.
And she is how it would look, I imagine,
my own soul, if it could escape my coat and walk this world
   of bells and peeling facades.

On Media Luna she passes a man
selling mouse traps under José Martí on a white stallion.
At the docks, where Lorca sat amid heartbreak
and sweetened rum, she joins the queue for the ferry
at the Pier of Light –bicycles, ball caps, spandex hips,
printing ink and fresh carnations on the breeze,
    Santa Barbara showing her worth in see-through snakeskin,
the face of Ché over blood oranges and waving cane.

Green air, green eyes in copper faces,
pilgrims crossing the bay to the shrine of Yemayá,
and this girl, head tilted to the luxurious warmth of the sea,
fills me with the innocuous heat of Cuba:
      fragile liberty, eternal back slap,
              strong coffee always waiting.

On the opposite shore, a lighthouse tilts
in seismic frenzy, moves all boundaries, delivers
a hundred spinning trumpets from the sky. A red bell clangs,
a donkey saddles with gladiolas clatters up the plank.
     The ferry moves off, and the girl in white
becomes a heatwave, a star lost among tunnels
of sweat and perfume, thick chatter
               of politics and apocalypse.

In the ringing and shuffling, she is there
with that perfect look of a transparent diamond
               –a rose in the teeth of the sea.

Muelle de la Luz, Havana

 

Una rosa per Lorca di John Brandi

Una bambina in chiffon bianco
appuntato con il Sacro Cuore saltella sui riquadri della campana
i suoi piedi due asterischi nella pioggia color limone.
E lei è come apparirebbe la mia stessa anima, immagino,
se potesse abbandonare il suo pelo per percorrere questo mondo
    di campane e facciate scrostate.

Sulla via Media Luna supera un uomo
che vende trappole per  topi ai piedi di José Martí su uno stallone bianco.
Al porto, dove Lorca sedeva tra crepacuore
e rum addolcito, si mette in fila per il traghetto
al Molo della Luce –biciclette, cappelli con visiere, bustini,
inchiostro e garofani freschi nella brezza,
     Santa Barbara mostra la sua degna pelle di serpente trasparente
il viso di Che tra le arance sanguinelle e le canne ondeggianti.

Aria verde, occhi verdi in visi di rame,
pellegrini attraversano la baia al santuario di Yemayá,
e questa bambina, a testa china sul lussureggiante calore del mare,
mi riempie del tepore mite di Cuba:
      fragile libertà, eterna pacca sulle spalle,
              caffè intenso in perenne attesa.

Sull’altra riva, un faro si inclina
con furia sismica, muove tutti i confini, dà alla luce
cento trombe che vorticano nel cielo. Una campana rossa rintocca,
un asino sellato con gladioli scalpiccia sulla banchina.
      Il traghetto si allontana e la bambina in bianco
diventa un’onda di calore, una stella perduta tra tunnel
di sudore e profumo, fitto chiacchiericcio
                 di politica e apocalisse.

Tra rintocchi e baruffe, lei è lì
con l’aspetto impareggiabile di un diamante trasparente
               –una rosa tra i denti del mare.

Muelle de la Luz, L’Avana

 

Time is Short di John Brandi

Let’s put down the top,
turn up a rumba, let the rain wet our wings
neon dissolve into speed, as we move
particularly close in the seat.

Slide your leg over the gears,
lean into the stars and passing semaphores.
At this speed the brakes have no questions.

My chest is full of flames,
how can you stand to wear clothes?
The moon is dancing, the road has generous ears.

I’ve given up on hats
And seat belts and liberation from meaning.
Tonight the drive is easy.

I know nothing of love,
I’ve put out the headlights
and taken both hands from the wheel. 

 

Il tempo è breve di John Brandi

Abbassiamo la capote,
alziamo il volume della rumba, lasciamo che la pioggia ci bagni le ali
che il neon si dissolva con la velocità, mentre ci avviciniamo
sempre più sul sedile.

Fai scivolare la gamba sul cambio,
protenditi tra le stelle e gli alfabeti semaforici.
A questa velocità i freni non pongono domande.

Il mio petto è in fiamme,
come puoi sopportare di indossare vestiti?
La luna balla, la strada ha orecchie indulgenti.

Ho rinunciato ai cappelli
e alle cinture di sicurezza e all’emancipazione dal significato.
Stanotte guidare è facile.

Non so nulla dell’amore,
ho spento i fari
e staccato entrambe le mani dal volante.

Nato e cresciuto nel Sud della California, John Brandi è stato incoraggiato a dedicarsi all’arte e alla scrittura dai suoi genitori. Dopo essersi laureato in arte ed antropologia alla California State University, Northridge, ha lavorato come volontario nella Peace Corps in Ecuador e viaggiato dal sud del Cile al Circolo Polare Artico, vivendo in Alaska, Messico e ai piedi della Sierra Nevada. Nel 1971 si è trasferito in New Mexico con la sua famiglia, dove si è costruito una casa in un canyon. Poeta, saggista, artista e grande viaggiatore, è autore di 14 raccolte poetiche e diverse raccolte di racconti. Ha vinto diversi premi per le sue poesie e le sue traduzioni.