"Che cosa resta dell'amore" di Rosita Romeo

“Che cosa resta dell’amore” di Rosita Romeo

Recensione di “Che cosa resta dell’amore” di Rosita Romeo.

Parlare del libro di un amico o un’amica può essere un’impresa titanica. Se poi si tratta di un romanzo rosa, e quindi molto probabilmente di un’amica, le cose si complicano terribilmente.

Che cosa resta dell’amore però non è un romanzo rimasto negli anfratti periferici di una casa editrice. E’ un testo selezionato attraverso un’iniziativa nata da un accordo tra il gruppo De Agostini e la Newton Compton, che ha determinato inizialmente l’uscita in ebook attraverso la collana Libromania e successivamente, per i più meritevoli, quella in cartaceo con il gruppo De Agostini.

Forte del suo gradimento, il libro – che in un certo qual modo ho tenuto a “battesimo” durante il recente Salone del Libro 2014 – ha cominciato a fare il suo nuovo corso.

Innanzitutto un romanzo rosa ogni tanto fa bene anche agli uomini, e poi se come questo è riduttivo etichettarlo in questo modo, tanto meglio.

Che cosa resta dell’amore mi ha fatto venire in mente una delle situazioni accadutami qualche tempo fa.

Mi trovo con un’amica i metropolitana e le dico: “L’altro giorno per caso ho incontrato una ragazza che corteggiavo assiduamente ai tempi dell’università, ma lei non ne voleva sapere…”

“Ebbene? Non mi vorrai dire che ti vuoi vendicare in qualche modo”, provoca lei.

“No, perché?! Anzi, ero molto imbarazzato”

“Imbarazzato?”

“Si, voglio dire… lei si è comportata come se io fossi innamorato, come se dovesse tener conto di questa circostanza, invece io non provo assolutamente nulla del genere, e non per VENDETTA, come dici tu; semplicemente non riesco a trovare niente di quel sentimento e…”

“E allora significa che non eri innamorato…”

Rimango un attimo in silenzio, la cosa inaspettatamente mi fa riflettere, poi dico:“Se ci si innamora mica poi si rimane innamorati sempre.” E aggiungo con un pizzico di bonario cinismo: “Guarire si può!”

“Mhhhh… siete voi maschietti che confondete il sesso con i sentimenti, magari adesso che sei più ometto gestisci meglio certe cose e ti confondi di meno…”

“A confondersi si fa presto, e comunque se per questo non era mica l’unica che aveva o ha questa capacità di confondermi. No comunque, io ero cotto di lei…”

“E poi com’è proseguita la cosa? Dico adesso che vi siete incontrati…”

“Che io non so come divincolarmi, nel senso che lei mi considera un’occasione mancata’, diciamo così. Io vorrei solo essere suo amico, anzi ci terrei davvero a riannodare un’amicizia, davvero… il problema è che…”

Rimango titubante.

“Che…”

“Che lei ha minacciato di andare… da Stranamore, la trasmissione di Alberto Castagna… cioè voglio dire… lo ha detto in tono semiserio, ma lei è una di quelle persone che fanno volentieri le cose per gioco, per scommessa. Che per provarci magari fanno jumping da un ponte o chiamano per partecipare a un gioco di una trasmissione televisiva. Ha detto ridendo ‘Non costringermi a telefonare a Stranamore‘, proprio queste testuali parole.”

“E’ carino però da parte sua, anche se non siete stati insieme vuol dire che hai lasciato il segno caro Gino!”

“Carino??? Un incubo! Mi si è raggelato il sangue! Si dice che negli ultimi attimi della propria esistenza si veda tutta la propria vita in un secondo. Dopo che mi ha detto questo, invece io ho visto in veloce sequenza il camper di Castagna, la telecamera, lui che mi insegue, i curiosi, me spiaccicato in tv senza ritegno con la sigla dei Beatles… Se dovessi scegliere un incubo vorrei essere nel Rocky Horror Picture Show con Susan Sarandon…”

“Ebbene, che sia invece Il dottor Stranamore… prendila con leggerezza.”

“Per te è leggero, io di fronte a un ultimatum del genere ho alzato bandiera bianca. Con una minaccia del genere non c’è trattativa. Appuntamento subito, dove e come vuole lei!”

Non dirò poi come sia andata la cosa, ma il libro di Rosita Romeo, mi ha fatto riflettere su questo argomento: le certezze di un amore attuale e le lusinghe di un amore non sbocciato ai tempi dell’università. Occasione mancata o insidia del destino?

L’amore è un’essenza inalterabile nel tempo oppure è il frutto di una convergenza spazio-temporale, dove la scintilla genera qualcosa che bisogna coltivare in progressione?

O ancora, possono essere vere entrambi le cose in modo e peso diversi?

Rosita è abile anche nel citare e riscoprire in maniera personale un libro come Le Affinità Elettive di Goethe. Penso che noi quando scopriamo un amore diventiamo un nuovo ‘composto’, e questo stesso poi può interagire inaspettatamente alle nuove alchimie del destino. L’indifferente di oggi può essere l’innamorato di domani, perché l’indifferente non è più quello di ieri. Attenzione, non si tratta di cambiare ma di trasfigurarsi. Nessuno cambia. Quando si dice “com’è cambiato” in realtà si manifesta solo una verità, che quella data persona non la si conosce bene. Il cambio di circostanze ha fatto emergere l’essenza di quell’individuo, aspetti reconditi o caratteristiche positive e negative che non avevano avuto modo di palesarsi, in linea con la sua “chimica trasformazionale”.

Nessuno cambia, ma tutti diventiamo qualcosa di nuovo, perché continuamente interagiamo con la realtà esistente. La nostra chimica dell’anima però può contenere uno scrigno? Qualcosa che renda le affinità elettive uniche ed esclusive per sempre? Oppure successivamente bisogna impegnarsi molto a mantenere quel legame, che si nutrirà di tante altre cose, pensando che la “chimica di base” tanto si evolve in forme e composti sempre nuovi, e che quindi l’anima gemella è tale per un certo periodo di tempo, poi bisogna che diventi l’“anima sorella” o l’“anima fratella”.

Nel libro di Rosita accadono fatti che inducono i protagonisti a una riscoperta di sé, a stabilire nuove armonie. L’amore può essere anche una scala la cui vetta viene raggiunta prima da uno e poi dall’altra o viceversa?

Il libro gioca con brio, ironia e situazioni esilaranti, rinnovando in modo personale il fenomeno sempiterno dei triangoli amorosi.

Duecentoottanta pagine che si leggono in un soffio, con il pregio che l’autrice riesce a trattare la materia senza artificiosità, esponendosi con la sua anima e la saggezza di donna giovane e al contempo matura.

Un meritato successo.

Rosita Romeo è nata in Sicilia, è cresciuta nell’hinterland milanese ed è diventata novarese per amore, ha studiato filosofia e lavora come bibliotecaria. Che cosa resta dell’amore è il suo primo romanzo.

Che cosa resta dell'amore - copertina De Agostini