«Pronto soccorso per scrittori esordienti» di Jack London

«Pronto soccorso per scrittori esordienti» di Jack London

Recensione di «Pronto soccorso per scrittori esordienti» (Minimum Fax, 2021) di Jack London.

Scrivere non è un mestiere – tutti dovrebbero saperlo.

Scrivere è una condizione dell’anima, qualcosa che non può essere definito.

Scrivere è una giornata di assoluta fatica, dove al momento di assoluta fatica succede sempre un altro momento di assoluta fatica. E queste fatiche inglobano innumerevoli tempi: la concentrazione, la meditazione, l’energia spirituale, lo strappo dell’anima, la confusione, la limatura, il difficile recupero, la sottrazione, lo scavo.

Ma per molti scrittori (sedicenti) scrivere significa occasione di pubblicità, entrare nel cerchio magico della fama e della gloria oppure, ancora, fare soldi con merce vendibile (e ciò che è vendibile non sempre coincide con ciò che ha valore); molti scrittori, spesso, desiderano dire qualcosa che non ha niente dello scrivere, niente dell’arte letteraria.

0x300

Scrive Jack London a un’aspirante scrittrice che gli chiede consigli nel libro Pronto soccorso per scrittori esordienti, pubblicato da Minimum Fax: “Non esiste direttore editoriale che leggerebbe cinque pagine di un qualsiasi manoscritto battuto a macchina con tanta sciatteria, come sono stati battuti a macchina questi tuoi manoscritti. Nella mia vita ho letto svariate migliaia di manoscritti di principianti. Ma non ne ho mai letto nessuno che fosse sciatto come il tuo. Una tale sciatteria fa capire a qualsiasi direttore editoriale, con un’occhiata a un paio di pagine, che tu non hai nessun rispetto sincero per la letteratura, nessun desiderio sincero di scrivere letteratura”.

Non mancavano certamente gli strumenti a Jack London, per offrire accurate sentenze; e nell’oceano di manoscritti di principianti, l’autore riconosceva sé stesso con riacquistata fiducia e con orgoglio, raccontando gli importanti valori dello studio e della conoscenza, del lavoro e della sperimentazione. Perché senza studio e senza lavoro non c’è reale scrittura, ma solo falsità e presunzione.

È l’arte dello scrivere raccontata da un celebre scrittore a una folla di aspiranti che reclamano consigli, pareri letterari – responsi oracolari. Ma Jack London avverte… non ci sono scorciatoie, bacchette magiche, corsie preferenziali. E “c’è solo un modo di cominciare una carriera, ed è quello di cominciarla; e cominciarla con il duro lavoro e la pazienza”.

L’autore dei romanzi Il richiamo della foresta (1903) e Zanna bianca (1906) ha solo un modo per parlare della verità: raccontarla senza maschere. Che senso avrebbe addolcire la verità? La verità è quello che è e basta. Per mesi ha lavorato diciannove ore al giorno, e dimenticava perfino di nutrirsi. Questo è scrivere: “Ogni scrittore conosciuto è stato sconosciuto un tempo, ha sgomitato cercando di avanzare nell’affollato elenco degli aspiranti per avere l’occasione di farsi riconoscere, ha sgobbato la mattina presto, la sera tardi e in ogni momento per alzare la sua flebile voce al di sopra del clamore e ottenere udienza”.

Scrivetelo in tutte maiuscole: LAVORARE. Continua a tuonare London. Le sue parole erano e sono preziose, vere e proprie sculture che parlano a chi pensa che scrivere sia mettere nero su bianco semplici pensieri, idee improvvise… niente da fare.

Non cercatelo Jack London, non scrivetegli più. Lasciatelo in pace. Potrebbe rispondervi che lo scrittore non è un agente letterario e, dunque, non può dedicare tutto il suo tempo alla continua lettura di manoscritti di aspiranti scrittori…