"Il nuotatore" di Paolo Cognetti e Mara Cerri

“Il nuotatore” di Paolo Cognetti e Mara Cerri

Recensione de “Il nuotatore” di Paolo Cognetti e Mara Cerri, novità dell’editore Orecchio Acerbo.

Ancora oggi mi emoziono a toccare libri che danno piacere al tatto e alla vista. Quando ho preso tra le mani l’ennesimo meraviglioso volume edito da Orecchio Acerbo non ho potuto resistere alla tentazione di sfogliarlo piano, odorarlo, persino accarezzarlo nelle immagini più belle.

Il disegno di copertina – un bambino immerso in un verde smeraldino – ci fa capire, subito, che Il nuotatore sarà un’esperienza onirica importante. E così è: le parole di Paolo Cognetti sono la colonna sonora, simmetricamente perfetta, di una carrellata di immagini a opera della bravissima Mara Cerri che ci proiettano in uno spazio senza tempo.

L’ultimo libro di Cognetti, Sofia veste sempre di nero, candidato al premio Strega di quest’anno, è un libro di racconti a incastro che conducono sempre dalla stessa parte (alla maniera della Strout per intenderci). Quello che colpisce è la forza di alcune immagini, l’epifania di un qualcosa che sta lì ma che non si vede fino a quando qualcuno non te lo fa vedere. La malattia del padre che entra in gioco durante un momento di festa e cresce silenziosamente fino a esplodere.

Così è la paura del bambino che non vuole tuffarsi nello stagno (in un ambiente spettrale e post-urbano): arriva (ed è estensione dell’autore stesso) e come se niente fosse va via.

Tutto in questo volumetto è della stessa materia dei sogni ma è basato su un percorso solido e a suo modo perfetto.

Una storia semplice che racchiude il senso di un discorso interiore sempre aperto, nell’eterno gioco a rimandi tra l’età adulta e la fanciullezza.

Paolo Cognetti esorcizza le sue “antiche” paure, le affonda in un magma che va oltre i pensieri, e Mara Cerri le traduce, tingendole di un colore appena notturno e le fa ballare, in un gioco di ombre, insieme alle sue.

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