“Best seller italiani. Mezzo secolo di libri di successo 1900-1945” di Michele Giocondi
Recensione di “Best seller italiani. Mezzo secolo di libri di successo 1900-1945” (GoWare, 2013) di Michele Giocondi, edizione digitale rivista e semplificata di “I best seller italiani (1861-1946)”, uscito in cartaceo per Pagliai.
Il lavoro di Michele Giocondi, autore della monografia per schede I best seller italiani (1861-1946) (Mauro Pagliai, 2011, pp. 270), di cui è disponibile anche la versione rivista e semplificata in e-pub Best seller italiani (1900-1945), (goWare, 2013 http://www.goware-apps.com/bestseller-italiani-mezzo-secolo-di-libri-di-successo-1900-1945/) ci porta alla conoscenza di nomi della nostra ultima letteratura – dall’Unità alla fine della Seconda Guerra – che oggi ci sembrano sconosciuti (Barrili, Mantegazza, Pitigrilli etc.) ma che ai loro tempi, e nell’arco di una carriera che in qualche caso si è bruciata nel tempo di un unico romanzo, hanno rappresentato gli scrittori di grido delle librerie nazionali, quelli che sarebbero gli odierni Ammaniti, Volo, Faletti, capaci di vendere, secondo le stime di Giocondi, dalle 5000 alle 50.000 copie e più: il sogno di ogni autore.
Il libro si divide in due parti, ognuna delle quali introdotta da un veloce quadro della situazione; al 1915 è la cesura che divide la trattazione. Di ogni autore, sistemati in ordine cronologico, viene riassunta in una breve scheda la vicenda bio-bibliografica, lasciando spazio nel blocchetto finale per la trama dell’opera presa in esame, quasi sempre la più rapprentativa dell’autore in questione. Un lungo estratto dall’opera, a mo’ d’esempio, chiude la scheda dedicata al singolo autore. Ad animare l’impaginato della versione cartacea ci sono anche una serie di riquadri di approfondimento su questioni varie (Autori, editori e… compensi, L’umorismo, Successi e… insuccessi), mentre la versione elettronica punta di più sulle immagini a colori (foto degli autori e delle copertine di prime edizioni) e sui rimandi ipertestuali che permettono una serie di approfondimenti su Wikipedia, ivi compresi i link per acquistare le opere direttamente da Amazon, e una speciale legenda che fornisce ad una prima occhiata l’idea di quante copia abbia venduto il libro.
Bisogna ammettere che I best seller italiani si legge con curiosità, soprattutto da parte dell’appassionato di editoria o di storia della letteratura, ma potrebbe rappresentare anche una pausa interessante da porre fra un romanzo e l’altro, per sapere qualcosa in più su un lungo elenco di autori le cui vite, quasi sempre interessanti, a volte avventurose o tragiche (come quella di Salgari e Guido Da Verona, culminate nel suicidio) in alcuni casi sarebbero esse stessa materia degna di un best-seller. La lunga lista di aneddoti e caratterizzazioni hanno dunque il loro gioco, come quella che vorrebbe l’autore dell’immortale Pinocchio, concepito e scritto come una “bambinata”, pagato in via definitiva per la cessione del suo capolavoro solo mille lire (a fronte dei milioni di copie di un libro dal successo mondiale), per poi morire nella semi-povertà in cui era vissuto fino a quel momento, e in genere tutte le piccole questioni che nascono quando si tirano in ballo compensi, contratti, editori, che fanno in fretta a diventare leggenda e ad imprimersi nella memoria di una lettore oggi chiamato alla riscoperta di questi tesori, o tesoretti, dimenticati.
Nonostante per ammissione dello steso autore non sia possibile basarsi su questo testo come su un manuale scientificamente attendibile in ogni sua parte, ma il taglio saggistico di Giocondi, decisamente popolare, si rivolge a un pubblico fuori dalla stretta cerchia degli specialisti, va rimarcato un lavoro puntuale e ben fatto in cui ai nomi dei minori o dimenticati della nostra letteratura si sovrappongono quelli più titolati degli autori con l’a maiuscola, quelli che hanno fatto la storia della nostra tradizione finendo nei libri di scuola, a dimostrazione del fatto che arte e vendite non sempre seguono vie del tutto divergenti.
Ecco allora, sul fronte della letteratura per ragazzi, i nomi dei già citato Collodi e Salgari, ma anche Vamba (Il giornalino di Gian Burrasca) e De Amicis, una figura forse più profonda di quanto il suo capolavoro Cuore, in genere aborrito dai nostri intellettuali maggiori (basti citare Eco) possa lasciar credere, a ancora il D’Annunzio del Piacere, il Verga della Capinera, il Papini della Storia di Cristo e ancora Annie Vivanti, Palazzeschi, De Cespedes, Campanile, Zavattini incontrarsi con Umberto Notari, autore di Quelle signore (1904) viaggio nel mondo delle prostitute nella società bigotta del primo Novecento, Michele Lessona autore già nel 1869 di Volere è potere, una serie di casi di destini vincenti che ricorda tanta manualistica recente e, sempre per fare un esempio, la prolificissima Carolina Invernizio, “l’onesta gallina della nostra letteratura” secondo una definizione di Gramsci, firmataria di alcuni grandi successi come Il bacio di una morta.