"Vinci, estate del 1463" di Germán Guerra # traduzione di Gordiano Lupi

“Vinci, estate del 1463” di Germán Guerra # traduzione di Gordiano Lupi

“Vinci, estate del 1463” è  una poesia inedita di Germán Guerra con la traduzione italiana di Gordiano Lupi.

Vinci, estate del 1463 di Germán Guerra

Perduto dove il patio

i cani e la luce della casa

si trasformano in bosco

– quel bosco di rovine

che furono le colonne d’Etruria -,

mostrando tra la musica del vento

– davanti alle porte della morte

e nel profondo silenzio dell’abisso –

la parabola di tutta la tua impotenza,

disegni col carbone sulle pietre

il sogno di volare come uccelli

alcune ali meccaniche e tutte le domande,

il cerchio di grida degli uomini

consumati dalle ore e dal passaggio degli astri.

 

Infine arriva tuo padre senza fiato

soffocato di terrore al precipizio

e ti chiama – come sempre –

da una luce che nega la penombra

e l’anima del bosco:

– Leonardo! È tardi, già imbrunisce…

… è ora di tornare a casa!

 

sabato 10 novembre 2012 (inedita)

 

Germán Guerra mi ha regalato questa poesia nel febbraio del 2013, un inedito che profuma di Toscana, insieme a un prezioso volume di liriche: Libro de silencio (Ediciones EntreRíos, Los Angeles – Las Vegas – Miami, 2007). La dedica – che ha vergato di suo pugno – dice: “Patio e bosco che avrai sicuramente visitato e che a me giunsero in sogno…”. Vinci è molto vicina al luogo dove abito e i luoghi dove Leonardo Da Vinci ha trascorso la sua giovinezza mi sono davvero ben noti. (Gordiano Lupi)

Germán Guerra, Guantánamo (Cuba) nel 1966. Ha pubblicato le raccolte di poesie Dos poemas (Strumento, Miami, 1998), Metal (Dylemma, Miami, 1998) e Libro de silencio (EntreRíos, Los Angeles-Las Vegas-Miami, 2007).