"Le coincidenze significative" di Roberto Crinò

“Le coincidenze significative” di Roberto Crinò

Recensione di «Le coincidenze significative» di Roberto Crinò.

Scrivo su Roberto Crinò senza pensare troppo, senza rileggere le sue poesie. Voglio lasciare uno spazio creativo alle tracce significative che sono maturate dopo un attento ascolto.

Queste sono solo riflessioni, vorrei che si collegassero al principio di anomalia, quella che lui intende in profondità senza forzature. Da questo concetto l’autore estrae l’aspetto controverso, negativo, o meglio lo integra con la sua sensibilità nella direzione dell’opportunità, del mistero. Così divide il suo percorso poetico in Anomalie e Resilienza. L’anomalia è qualcosa che sotto la forma dell’ispirazione  produce “la Poesia senza fine”, citando Jodorowsky, come nella prefazione alla silloge di Maria La Bianca, incontrata da Roberto “per caso” alla proiezione del suddetto film del grande, indefinibile poliedrico poeta e saggista cileno. I testi poetici di Roberto iniziano ma non finiscono, aprono una porta che trascina dall’archetipo del ricordo all’individuazione del se, “nel punto massimo del silenzio”. Per Jodorowsky l’individuazione è arrivare ad essere quello che siamo. “Sei quel che sei… e devi esserlo” così recita il testo poetico “Coincidenze significative”, da cui prende il nome il libro di Roberto. Questo atto d’amore, nella sua esortazione ad essere quello che si è, si conclude nella poesia, come in una lettera che racconta il presente: “Quest’anno fa freddissimo, il problema è che ho la porta che non si chiude…” La porta che non si chiude è un problema e un’opportunità, la possibilità di poter scorgere qualcosa che fa parte dell’oltre. Dopo una lunga conversazione telefonica, date le distanze Firenze-Palermo, ho presentato il suo libro in  una bella serata di fine maggio alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze. Si tratta di un luogo a me familiare, meditativo, collegato ad una naturale ispirazione creativa. I nostri due percorsi sono risultati complementari, non a caso ci siamo incontrati. Il mio libro che s’intitola “Apri a caso il caso non esiste” è  in sincrono con le sue “Coincidenze significative”. Abbiamo in comune l’interesse per la visione di Jung. La sincronicità è quell’aspetto che collega l’esistenza del caso alla sua negazione è ciò che produce le coincidenze significative, senza l’ausilio del principio di causa ed effetto. Traspare dalle sue liriche il colore della sua terra, i miti riaffiorano “dal mare che parla”. La natura è un tramite per rappresentare i sentimenti profondi e farli riaffiorare con semplicità e dissolvenza, ciò che conta è il suono che producono, gli elementi ben sintonizzati con il proprio essere. Da questo nasce la sua passione per la musica, il suono che produce la poesia è natura e ricerca in sospensione fra il sogno e la realtà. La consapevolezza della realtà è un processo imprescindibile per l’individuazione del sé, è necessario calarsi nel buio più profondo per riaffiorare nel principio della luce e della bellezza. “A volte mi sento diverso, ma non è che un barlume di lucidità, lucidità, lucidità”, come recita la lirica dedicata a Peppino Impastato testimone della bellezza  con cui si identifica l’autore . E’ difficile essere diversi, cercare la sintonia con la natura, che richiama continuamente a questo principio di totalità e di armonia. Il vero problema è che le nostre forze contrarie ci separano dal tutto. Le filosofie orientali professano l’integrazione degli opposti, tanto cara al pensiero di Jung, ed è quello che la poesia cerca disperatamente e felicemente di esprimere. La resilienza è prodotta dalla nostra immensa forza interiore che fa del nostro essere qualcosa di significativo, arrendersi è perdere il senso della propria esistenza, è negare la natura e le possibilità. “Sei felice? Sono felice, se tu sei felice, sii felice” le sue “Linee parallele” non si toccano come di regola, ma attraversano la natura in veloci file di alberi inondate dal sole che non ha barriere, la felicità è l’utopia a cui siamo richiamati costantemente. Volere quella degli altri è il può profondo atto d’amore che ci rende a pieno titolo l’onore di essere viventi: “Quando le mani stringono senza soffocare, quando esserci è un sacro patto che rende liberi, quando ricevere e dare sono due rotte celesti“.

9788868812720