"Dalla sua parte" di Isabella Borghese

“Dalla sua parte” di Isabella Borghese

Recensione di “Dalla sua parte” di Isabella Borghese, romanzo pubblicato da Edizioni Ensemble nel 2013.

“Dalla sua parte” di Isabella Borghese è un romanzo ambientato a Roma nei giorni di Natale, e racconta in prima persona la vicenda di Francesca, una ragazza con alle spalle una difficile storia familiare che inevitabilmente la condiziona portandola a condurre un’esistenza problematica e inquieta.

La sua personalità complessa e sensibile trova una valvola di sfogo nella bottega d’arte nella quale lavora confezionando dipinti e gioielli fatti a mano. Questa propensione potrebbe derivarle almeno in parte dalla malattia del padre.

 “Lì ho letto che i figli di uomini affetti da una patologia come quella di mio padre nascono con delle potenzialità artistiche sopra la media”.

Il padre di Francesca è infatti un uomo con gravi disturbi della personalità, che tra violenza, depressione e alcolismo finisce con il distruggere la vita di chi gli sta intorno.

La madre è una donna succube, completamente assorbita nel ruolo di moglie premurosa, tanto da dedicare tutte le attenzioni al marito, con la conseguenza nefasta di trascurare le esigenze dei figli, senza riuscire a intuire il distacco che tutto ciò comporta. Un distacco evidenziato dal fatto che Francesca non riesce a chiamare sua madre “mamma” bensì Lina, un distacco che culmina con l’abbandono della casa da parte di Francesca, che in questo modo pensa di recidere una parte del suo passato e liberarsene.

Ma non basta cambiare casa e crearsi una propria dipendenza per fare pace con se stessi e con i propri fantasmi; e questo la protagonista lo sperimenta sulla sua pelle, nell’incapacità di trovare una propria identità stabile che la porta a intrecciare una relazione affettiva con Paolo e Gemma, due lati dello stesso triangolo. Francesca è combattuta e insicura, come se si sentisse colpevole per qualcosa che non ha commesso. Francesca non può amare Paolo perché ha paura di finire come suo padre e di causare negli altri la stessa sofferenza che ha provato lei, e allora cerca un accogliente rifugio in una ragazza come Gemma, che in qualche modo le è speculare.

Paolo sarebbe l’amore guidato dall’istinto. Il piacere di fidarsi della conoscenza di un uomo. Sarebbe quello spazio necessario alla mia vita per concedermi una possibilità di amare librandomi di ogni paura”.

E se invece pensassi a Gemma, lei semplicemente, riesco a riconoscerla come una strategia di sopravvivenza.

Vivere o sopravvivere. Risolvere questo dilemma interiore diventa di fondamentale importanza, perché la vita scorre veloce e niente si cancella, ma forse si può cercare dentro di sé il coraggio di guardare avanti per non rimanere ancorati allo stesso punto e soccombere. Ed è proprio nel districare la matassa dei suoi sentimenti e dei suoi stati d’animo che Francesca cerca di ritrovare la strada per ricucire il rapporto con i genitori e fare i conti con il suo tormentato passato.

Isabella Borghese confeziona un romanzo interessante, capace a tratti di regalare emozioni e spunti di riflessione. La narrazione in prima persona trovo che sia una scelta azzeccata, in quanto consente un approfondimento psicologico funzionale alla struttura del testo e una maggiore identificazione del lettore nei confronti della protagonista. La prosa pulita e senza sbavature denota inoltre una padronanza di stile e una proprietà di linguaggio che fanno ben sperare per le opere successive.