Walt Whitman e la sua poesia

Walt Whitman e la sua poesia

Il rapporto di Walt Whitman con la poesia. 

Walt Whitman nasce a Long Island nei pressi di New York, ma frequenta la scuola a Brooklyn, dove la sua famiglia si è nel frattempo spostata.

Nel 1846, dopo aver lasciato la scuola, diventa Direttore del giornale locale “Brooklyn Eagle” che lascerà presto per politici.

Tra il 1848 e il 1855 Whitman viaggia molto, facendo attività  più disparate. È di questo periodo la sua prima opera Leaves of grass, pubblicata privatamente  nel 1855.

La raccolta riceve molte critiche, ma la vera intenzione di Whitman è quella di diventare un poeta democratico.

Molti poeti inglesi come la Rossetti e J:A. Simmons, cominciano ad interessarsi al suo stile, che considerano nuovo e interessante.

Durante la guerra civile. Whitman lavora come volontario in un Ospedale di Washington, esperienza che più tardi riporta nelle sue opere.

Non si sposerà mai e si spegnerà nel New Jersey, dove vive gli ultimi anni nell’anno 1892.

Whitman usa il verso libero, considerato inusuale, che permette in ogni caso, all’espressione del pensiero più libertà, senza rientrare nei canoni della poesia che fino a quel momento erano sopravvissuti. seguendo la sequenza musicale di un’orchestra sinfonica, compresa di ouverture, coro, ripetizioni e invenzioni.

L’inversione come tecnica tradizionale  poetica, è spesso usata, come pure le ripetizioni, le ellissi e l’intensità dei verbi piuttosto che gli aggettivi e gli elementi descrittivi.

“Song of myself”, la prima parte del poema “Leaves of grass”, è la poesia più rappresentativa di tutta l’opera. Essa è divisa in un certo numero di canti, in cui viene descritta una varietà fantastica di tematiche che diventano un simbolo.

Queste “tematiche” sono in relazione l’una con l’altra nella profonda interiorità del poeta, sebbene con associazioni illogiche.

Ogni cosa nella natura è connessa a qualsiasi altra cosa. Ogni uomo è fratello del poeta e ogni donna la sua amante e sua madre. Tutto ciò che è naturale, e tutti i fenomeni che accadono fanno parte dell’intera vita. Il simbolo centrale di tutto è l’erba, le foglie dell’erba del titolo, che Whitman intende come forme di vita basilari che contengono la divinità dell’Universo.

Il corpo umano è pieno d’energia, il poeta lo descrive in un verso come “Io canto il mio corpo elettrico”.

L’opera “Leaves of grass” rappresenta un vero e proprio monologo un canto selvaggio che si strugge nella voce che domina la poesia che esalta e drammaticamente concepisce il personaggio Walt Whitman creato dal poeta Walt Whitman.

La prima edizione della silloge comprende una foto dello stesso Whitman in copertina, vestito con tuta da lavoro, e rappresenta il poeta della “gente” come spesso egli usava definirsi e sperava di raggiungere questo obiettivo.

Whitman rappresenta tutti i desideri dell’uomo, per questo parla usando parole semplici” come l’erba”.

Il suo personaggio- modello è un uomo che lavora, viaggia che si incammina sulla strada della vita per osservare e celebrare l’universo.

Possiamo riconoscere nella filosofia di Whitman gli aspetti tipici del Romanticismo inglese di “Armonia”, di “Vita organica”, simile per certi aspetti alle espressioni di Coleridge: l’esperienza diretta con la natura, come pure rappresentata da Wordsworth, anni prima.

I due elementi europei si uniscono alla filosofia orientale, in modo particolare all’idea della reincarnazione e della meditazione.

Secondo Whitman Dio non è una divinità o la rappresentazione cristiana della parola e il suo senso specifico, ma una forza, un’energia, sia creativa che distruttiva e che risiede in ogni manifestazione fisica dell’universo, dall’umana idea del “corpo elettrico” alla semplicità delle foglie d’erba.

Da “Credo in te anima mia”:

Credo in te anima mia
ozia con me sull’erba
libera la tua gola da ogni impedimento
né parole, né ansia o rima voglio…

Da “Io canto l’individuo”

Canto la vita immensa in passione pulsazioni e forza.
Lieto, per le più libere azioni che sotto leggi divine si attuano
Canto l’uomo moderno…

Infine da “Song of myself” alcuni significativi e incisivi versi.

Celebro me stesso,
e ciò che io assorbo, voi assorbirete.
Per ogni atomo che mi appartiene,nello stesso modo appartiene a voi.
Io ozio e invito la mia anima,
I m’inchino e ozio  nel mio benessere…osservando il germoglio di erba estiva…