"Un viaggio in Romania" di Laura Rainieri

“Un viaggio in Romania” di Laura Rainieri

Recensione di “Un viaggio in Romania” di Laura Rainieri.Quando ho avuto tra le mani questo libro, Un viaggio in Romania (Studia, 2014) di Laura Rainieri, ero abbastanza deciso di non leggerlo neanche: non mi convinceva la doppia lingua e soprattutto la grafica, più che mai artigianale (ma nel senso peggiorativo del termine). Mi dispiace dirlo ma sembrava una delle solite auto pubblicazioni totalmente non curate.

Poi senso del dovere, passione per l’est europeo e il ricordo di una promessa fatta all’autrice me lo hanno forzatamente fissato tra le mani e mi hanno permesso di apprezzare questo libretto di neanche cento pagine (di cui solo la metà in italiano) in tutta la sua forza.

Il volume si inserisce con decisione nella letteratura di viaggio, ma il viaggio come lo intendiamo noi, inserito in una cosmovisione comunitaria attraverso forme di azione creativa e di salute generale.

Laura Rainieri non è un romena che fa il suo viaggio in Italia ma viceversa: è lei, italiana, ad attraversare nella primavera del 2012, le maggiori città della Romania, da Târgu-Mureş, a Siret, vicino al confine ucraino.

Sì, è vero, come ben ci ricorda Ştefan Damian nella prefazione, esiste una lunga tradizione letteraria e umana di intellettuali o semplici curiosi che hanno voltato lo sguardo verso i cugini dell’Est, ma l’autrice riesce a penetrare a fondo con quella leggerezza realista che, a mio avviso, è la virtù fondamentale di chi vuole provare a raccontare una terra e una realtà complessa come questa.

Quello che colpisce è il ritratto di una terra fertile e assorbente che diventa koine al tempo stesso a se stante e universale: dall’architettura all’arte, dalla pittura alla musica, finanche alla letteratura, si coglie un forte senso di permeabilità che in fondo, come ci ricorda l’autrice, potrebbe dare a questa terra “la funzione di ponte tra Oriente e Occidente”.

Il sottotitolo “tra realtà fantasia e utopia” più che una triplice dicotomia appare come un climax speculare che prima ascende e poi discende. Reale, irreale e irrealizzabile sono in fondo, se possibile, tre facce della stessa medaglia.

È un concentrato di sensazioni questo viaggio in luoghi a volte bellissimi altre volte desolanti di una Romania tutta da scoprire, in cui fatti e persone sono solo parte di un tutto più grande: è l’evoluzione di un pensiero comunitario che parte dal basso, dalla provincia e dalle comunità locali, e rimanda alle radici stesse della nostra Europa in crisi di identità.