«Poesie, lettere e altri scritti» di Antonia Pozzi

«Poesie, lettere e altri scritti» di Antonia Pozzi

Recensione di «Poesie, lettere e altri scritti» (Mondadori, 2021) di Antonia Pozzi.

C’è tanta dolcezza nelle poesie di Antonia Pozzi, morta suicida a soli ventisei anni d’età.
Leggere i suoi scritti nel 2022 significa amare la poesia, rivelata alla nuda montagna e alle trine di betulla, ad astri spenti e sogni ciechi, quella poesia che fa rinascere l’umano nell’umano. 
Oggi siamo soffocati dalle banalità e dagli orrori di un mondo che dimentica il valore della bellezza, l’importanza dei sentimenti e il rispetto della natura. Possiamo immaginare la poetessa nei suoi luoghi più cari: amante di Pasturo, delle montagne innevate, del profumo del legno e delle pietre… la felicità di una donna che ama circondarsi della libertà e dei suoi paesaggi…
 

 

L’immagine più cara che ho di me, dove sembro più un ragazzetto che una donna e ho addosso e intorno tutte le cose che più amo: i miei scarponi, il cappellaccio a fungo, la bella neve bianca, le pietre, il legno; qui è l’essenza, il midollo, la fibra viva e contrattile della mia vita
 
La sua tenerezza è concreta, carne del corpo che porta in sé un amore sconfinato e assoluto, e il presentimento della fine…
 

 

 
Sfumo nel dolce morente / tramonto, / con te mare, / ora vasta / della mia fine notturna
 
L’anima della poetessa lombarda visse per anni chiusa dentro un cassetto: una moltitudine di scritti, di appunti, fogli e pagine di diario. Nel 1938 Antonia si toglie la vita e, all’indomani della morte, il padre scopre le sue poesie e vi apporta modifiche, distrugge dediche e appunti, non solo per tenere segreto il suicidio (avvenuto mediante l’ingestione di barbiturici), ma anche per cancellare tutte quelle informazioni che nessuno deve leggere né ricordare (la relazione fra Antonia e il suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, interrotta nel 1933 dietro ingerenze famigliari).
Ma la verità difficilmente resta immobile e, dopo molti anni, l’anima di Antonia Pozzi torna a respirare quella libertà di cui si è sempre nutrita con ardore.
Nel libro edito da Mondadori, “Poesie, lettere e altri scritti”, si entra nel mondo della poetessa con la semplicità e la trasparenza dei suoi canti, con la preghiera di profonde e devote radici che “conservano un sepolto segreto / di origini – / e quello per cui mi riapro / stelo / di pallide certezze”.
Le radici di Antonia, forti come la terra, e delicatissime come petali di un fiore, si avvicinano al nulla delle risposte, al cenno d’un oracolo antico, e sempre al desiderio di crescere spontaneamente lungo la riva fiammeggiante e tormentata della vita.
 

 

T’abbraccio per sentire la tua carne / pregna di pace e vicina a morire – / fresca e tetra così / presso il mio fiato. Di là dalle parole: ed ascoltiamo / al polso uguali battiti – ed un solo / ultimo abbeverarsi della vita