“La creatura del desiderio” di Andrea Camilleri

Amare non l’altro, ma la proiezione in lui dei propri desideri. Uno sguardo all’ultimo romanzo di Andrea Camilleri 

Quando l’amore diventa ossessione, follia. Quando la persona che si pretende di amare diventa di fatto solo la proiezione dei propri sogni  e delle proprie voglie, la creatura del desiderio, appunto.  Questa è la storia alla base del nuovo romanzo di Andrea Camilleri, una storia di amore e non amore. Lui è Oscar Kokoschka, giovane pittore espressionista. Lei è Alma Mahler, anche lei un’artista e soprattutto una donna bellissima. La loro passione si consuma a Vienna, nel 1912.

Ben presto però l’amore di Oscar si trasforma in vera e propria insanità mentale: diventa geloso di ogni cosa che riguardi il passato della donna amata, dei suoi amici, dell’ex marito morto. Fino a quando stremata Alma non trova altra scelta, terribile e crudele, che uccidere la creatura che porta in grembo. E non avere più a che fare con l’uomo tanto amato, ma con cui non è possibile creare nulla di bello, di puro.

Cosa succede quando la persona che ami deve diventare solo la creatura perfetta dei propri desideri e nient’altro? E cosa succede quando ci si rende conto che l’amore non permette tale abominio? Cosa avrebbe fatto un artista? Facciamo un salto indietro, alla mitologia greca. Pensiamo a Pigmalione: egli stesso era un artista e decise di creare una donna che corrispondesse perfettamente alle sue proiezioni mentali. Essendo un bravissimo scultore, Pigmalione creò una statua, la più bella donna che si potesse immaginare. Bruciante d’amore per il suo simulacro chiese agli dei di soffiare la vita dentro il marmo, affinché i due potessero amarsi. Oscar conosce benissimo la storia di Pigmalione e lo cita nella sua biografia. Ma a differenza del giovane greco egli sa benissimo che nessuna dea Venere trasformerà il suo simulacro in un essere vivente. Ed è proprio quello che lui vuole. “Non c’è bisogno che Alma parli: tutto quello che potrebbe e dovrebbe dire è già inscritto nella mente di Oscar. Non c’è bisogno di altro. Non c’è bisogno che Alma esprima un proprio pensiero, perché quel pensiero coesiste già, nel momento in cui nasce, nel cervello di Oscar”.

È una storia vera, quella che Camilleri decide di raccontare. Ed è una storia, a rischio di sembrare banale, che riguarda ciascuno di noi, quando si vorrebbe che la persona amata corrispondesse perfettamente ai nostri sogni. In ogni momento. La conseguenza diretta è quella di rimanere inevitabilmente delusi, dando la colpa agli altri anziché a se stessi e al proprio egoismo, al mettere se stessi e i propri bisogni al di sopra di chi si ama e pretendere che questo sentimento possa essere chiamato “amore”.

Questa è la storia di due artisti e forse è per questo che si tratta di una storia estrema. Ma non può non essere ricondotta alla storia di ogni uomo, ogni donna. E deve indurre a riflettere.Anche con questo ultimo romanzo Camilleri riesce ad addentrarsi tra le righe e attraverso una storia vera e romanzata verso qualcosa di universale.

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