"Imperium" di Christian Kratch

“Imperium” di Christian Kratch


Recensione di “Imperium” (Neri Pozza, 2013) di Christian Kratch. 

Un poderoso piroscafo di tremila tonnellate, proveniente dalla popolata Hong Kong e diretto alla grande Sydney, solca l’oceano infinito. A bordo della moderna e maestosa Prinz Waldemar, magro, occhi malinconici, c’è il giovane August Engelhardt. Venticinquenne, tedesco, vegetariano e nudista, è diretto verso la Nuova Pomeania: un possedimento infruttuoso della Germania imperiale, perla lontana e preziosa solo per i sognatori e per gli avventurieri, dove il giovane August intende seminare il suo personalissimo progetto.

Imperium dello svizzero Christian Kratch si potrebbe presentare in prime battute come un classico romanzo di avventura, di viaggio, di scoperta, ma in realtà la sua caratteristica più forte è la leggerezza e la grande flessibilità dello stile di scrittura. Christian Kracht, classe ’66, è autore già noto nel mitteleuropa, ma fin’ora, fra tutti i suoi romanzi, solo 1979 era stato tradotto in Italia per Rizzoli. La sua ultima opera si inoltra in un tema a lui molto caro: il declino dell’uomo moderno.

Se inizialmente la sensazione è quella che si prova di fronte a un adolescenziale progetto di vita no-sense che ci fa sorridere, ben presto ci troviamo coinvolti nella riuscita del progetto del giovane August: costruire una comunità di coccovori.

“L’uomo sarebbe l’immagine animale di Dio e a sua volta la noce di cocco, il più simile alla testa umana tra i frutti, sarebbe l’immagine vegetale di Dio”. L’avventura che August vive pagina dopo pagina, si fa prendere tra quelli che sono veri e propri tagli di pellicola (così il narratore si riferisce ai flash-back) e la fede radicata in quello “strano” sogno. Così il personaggio di August si veste (sarebbe meglio dire si sveste) sempre di più con gli abiti di un profeta “moderno” e così anche il colore della penna di Kracht.

L’intera narrazione  potrebbe sembrare una favola di avventura per bambini adulti, dal tono romanzato e informale, ma lo stile spesso da spazio a toni ben più inquietanti, visionari, euforici, folli. Numerosi sono i momenti onirici dove le sensazioni più intime di August, le passioni e gli istinti vengono messi a nudo. Rappresentati da incubi astratti e da sogni a occhi aperti, il lettore viene sbalzato in visioni sciamaniche, associazioni deliranti di un personaggio sempre più distaccato dalla sfera mondana, fotogrammi di immagini bestiali che colpiscono il protagonista, così come il lettore. Autori come London e Thoureau vengono citati in Il futuro spensierato, titolo dell’opera che August sta scrivendo, manifesto della sua autentica e personale dottrina: l’obbiettivo ultimo del protagonista è mettere le basi per una civiltà sana e fuggire dal grigiume della modernità che infetta l’uomo. Ma la ricerca del tragicomico è sempre presente nella vicenda, come dire “una fine alla fine non c’è” e nemmeno un vincitore.

Così la penna di Kracht, pur mantenendo quella particolare vivacità di spirito, si veste dell’ultimo colore. Un colore ammalato. La trama nella sua terza parte viene schiaffeggiata da marosi tinti di noir. La storia decade, le guerre mondiali si fanno sentire, tutto inizia a sgretolarsi, torna di nuovo la Prinz Waldemar, sempre gagliarda e splendente ma questa volta sembra essere venuta a riprendere tutti, il viaggio di ritorno è iniziato, il gioco pare essere finito, tranne per “il bambino problematico August” che ha perso completamente il senso della realtà.

“Il genio di uno viene riconosciuto nel mondo perché la sua idea, come una barzelletta ben raccontata che non si dimentica, si diffonde e sviluppa simile ad un virus.”. Insomma la ricerca di purezza di August, e la sua filosofia, e il folklore dei personaggi che si affiancano a lui finiscono con una proverbiale zappa sui piedi. Tutti sono destinati a fallire, o essere ricordati per qualcosa di totalmente diverso rispetto ai loro intenti. “Che cosa serve fuggire, se poi non si torna per applicare ciò che si è imparato, ciò che si è vissuto?”.

Questo romanzo, tratto da una storia vera, non stupisce che sia stato uno dei più venduti in Germania.