"Critical Mass. Noi siamo il traffico" a cura di Chris Carlsson, LisaRuth Elliot, Adriana Camarena

“Critical Mass. Noi siamo il traffico” a cura di Chris Carlsson, LisaRuth Elliot, Adriana Camarena

Recensione di “Critical Mass. Noi siamo il traffico” a cura di Chris Carlsson, LisaRuth Elliot, Adriana Camarena (Memori, 2013).

Capita di girare per Roma il 2 giugno e cercare un po’ di pace intorno al Cimitero Acattolico di Testaccio, per fuggire da una primavera bizzarra e dal caos di una festa della Repubblica che militarizza e invade il centro storico, facendoti perdere il godimento di gioire per un evento che dovrebbe rendere noi italiani un po’ più uniti, un po’ più vicini.

Capita poi che inizi a sentire uno scampanellio, prima leggero poi più assordante, e un rumore di catene che girano. Ti volti e vedi un oceano di biciclette, colorate, accessoriate, minimali. Sorridi alla prima graziella, t’invaghisci di una vecchia Atala o Bianchi, sbuffi ai soliti automobilisti che fanno la voce grossa con i loro clacson che dimenticano la pace festiva e domenicale.

Il senso di questa manifestazione la capii anni fa, partecipandovi involontariamente e divertendomi come un bambino. Ma dentro di me c’era voglia di pedalare e voglia di scherzare con gli amici che mi passeggiavano accanto, mancava la “grammatica” alla base di tutto.

Poi mi è capitato tra le mani un libro, un bel libro. Un volume pubblicato da Memori (casa editrice da sempre apprezzata e stimata) che prova a spiegare la storia e i vari “perché” di questa bike revolution. “Critical Mass. Noi siamo il traffico”, un titolo che esemplifica tutto nella sua semplicità.

Un manuale per riprendersi la città, per riappropriarsi degli spazi, per plasmare il proprio habitat alla propria persona secondo le linee guida di una filosofia innovativa di “benessere” e “condivisione”.

Quello di cui si parla non è un fenomeno limitato, anzi. Né tantomeno un fenomeno di una certa parte sociale – sinistroide o radical chic che sia – bensì un qualcosa che attraversa e taglia gli status in cui comunemente tendiamo a suddividere la società.

Se si partecipa a queste lunghe pedalate ritroviamo alcune cose semplici ma fondative: amore per l’ambiente, per la città intesa come spazio di condivisione e per il mezzo bicicletta; voglia di ricostruire il “vivere urbano” e di combattere gli eccessi del liberismo e del consumismo; ri-acquisizione del proprio tempo e della propria salute sconfiggendo i “mostri” del traffico e dell’inquinamento.

Dall’America all’Asia si procede spinti dall’amore, dalla voglia di cambiare. Un’onda unica che non ha bisogno di guide spirituali ma di “scendere in campo”.

Ed ecco che questo libro (a cura di Chris Carlsson – fondatore del movimento – LisaRuth Elliot, Adriana Camarena) si presenta quindi come un baule prezioso che custodisce una storia e come tutte le storie che si rispettano si hanno testimonianze e ricordi. Un regalo per chi vuole ridisegnare i propri modelli di vita, intenti a costruire e non a distruggere i confini visibili o invisibili del proprio vivere.