"Continuum" di Nicolò Sorriga

“Continuum” di Nicolò Sorriga

Nicolò Sorriga chiede al tramonto la “ragione della fine” e nella sua risposta è in grado di udire “la voce dell’alba”.

Sono versi pieni di speranza quelli della seconda opera poetica del giovane scrittore. Versi armonici, come l’universo che racchiudono, un universo naturale, in cui poco c’entrano la città e lo smarrimento dell’uomo metropolitano. Qui, l’uomo può solo ritrovarsi.

Il tempo e lo spazio si piegano e percorrendo quattro momenti – Motus Terræ, Danze, le Preghiere artigianali e poi il Tempo nuovo – il lettore può fermarsi e trovare ristoro: prendere fiato dalla frenesia della routine quotidiana.

La poesia di Nicolò Sorriga è poesia intimista, ma raggomitolata su se stessa si apre al mondo circostante. Nessuna parola è di troppo, eppure si è come trasportati da un fiume in piena di versi. Pochi i giochi fonici, si bada al significato, piuttosto che al significante, e si partoriscono immaginari, visioni, in cui il lettore può perdersi, prima di ritrovarsi. C’è tutto e il contrario di tutto in questa silloge. C’è serenità, pace, ma non mancano l’istintualità primordiale e il vitalismo.

Del resto, lo si annuncia già dalla scelta epigrafica, alcuni versi di Whitman: “Mi contraddico?/ Molto bene allora, mi contraddico,/ sono vasto, contengo moltitudini”. Così, è possibile rintracciare nuclei tematici, ispirazioni, provenienti da mondi tra loro lontani e all’apparenza inconciliabili. È lo stesso autore a suggerirli: il naturalismo di Whitman, la rievocazione costante dell’ambiente natio e il “nuovo romanticismo” di Dylan Thomas, e, ancora, vaghi ricordi di filosofia orientale – il mistero della natura e dell’essere –, trasfigurati dalla poesia americana degli anni Cinquanta, senza tralasciare la tradizione poetica italiana, reminescenze delle Myricae pascoliane e poi Ungaretti, che Sorriga chiama Maestro.

Un Continuum, quello di Nicolò Sorriga, che unisce il passato al presente e accomuna i destini dei poeti di ogni tempo. L’empito di un’unica anima che è in grado di abbracciare il mondo.