"Chiara di Assisi. L'elogio della disobbedienza" di Dacia Maraini

“Chiara di Assisi. L’elogio della disobbedienza” di Dacia Maraini

Recensione di “Chiara di Assisi. L’elogio della disobbedienza”, Il nuovo libro di Dacia Maraini, presentato recentemente presso l’Abbazia di Valvisciolo.

Il nuovo libro di Dacia Maraini: “Chiara di Assisi. L’elogio della disobbedienza” (pagine 253, Rizzoli, euro 17,50) è la storia, intima e provocatoria, di un incontro quasi onirico e segnato da continue domande, tra due donne molto diverse fra loro. È la storia tra una scrittrice che usa la “parola” per esprimere i suoi pensieri e una Santa alla quale invece la “parola” è stata negata. “Sembrerebbe quasi una ossessione quella di Chiara per la povertà. E lo era perché in quella scelta stava la sua destrezza, stava la sua cocciuta e meravigliosa passione per la indipendenza da ogni legame. Pur non rinunciando all’ubbidienza che riveriva nella sua formale certezza. La tradizione richiedeva separazione e gerarchia fra la figura del padre, della madre, del figlio o della figlia. Mentre la rivoluzionaria libertà che veniva proposta da Chiara faceva saltare tutte le differenze e nella franchigia ogni padre poteva essere anche madre, ogni figlio sposo, ogni figlia sorella e madre.”Il libro è stato presentato recentemente dal prof. Angelo Favaro e dalla stessa autrice presso l’Abazia di Valvisciolo, con queste parole, durante l’evento organizzato dal Centro d’Arte e Cultura di Sermoneta in collaborazione con il Comune e inserito nel programma dei festeggiamenti per il 150° anniversario del ritorno a Valvisciolo dei monaci cistercensi ad opera di Papa Pio IX.

Chiara, accesa dal fuoco della chiamata, sceglie la via più difficile, ma secondo lei, la più facile, facendo della sua vita un’opera di disubbidienza e di povertà, quindi di libertà.Quella “ragazzina scalza, la figlia di Favarone Scifi di Offreduccio e di madonna Ortolana Fiumi” che seguì Francesco, il “matto” d’Assisi, figlio del ricco Bernardone, che si era spogliato di tutto, sottraendosi al suo destino di fanciulla altolocata e facendosi monaca.

“È possibile che la povertà rappresentasse un grandissimo progetto di libertà femminile?” si chiede Dacia Maraini nel suo libro. In realtà, come sostiene la Santa: “Possedere vuol dire dipendere da qualcosa e da qualcuno”.

Quindi, nel libro della Maraini è centrale il tema della rinuncia ai beni materiali come garanzia di libertà, perseguita da Chiara col cosiddetto “Privilegio della Povertà” fino sul letto di morte. La scrittrice non si muove tra un orizzonte religioso o di fede, si appassiona da laica, interessata dalla dimensione della spiritualità, alla storia di Santa Chiara, a seguito di un improvviso scambio epistolare ricevuto con una giovane siciliana che si presenta a lei come Chiara Mandalà, chiedendole di far luce sulla figura di cui le è stato imposto il nome. All’inizio la scrittrice- racconta- non è convinta e non sente la storia come sua. Ma poi la corrispondenza tra le due dà vita a un rapporto visionario e che la Chiara d’oggi, è anoressica ma aspira ad avere “un corpo felice”. Tuttavia, la Maraini finisce per attingere dai libri che indagano sia sulla vicenda della Santa, sia sulla vita delle donne nel Medioevo. Ne deriva così una personale rivisitazione di una Santa con le sue rinunce, ma anche le sue conquiste, come quella di fondare l’ordine delle Monache Clarisse. Di Chiara, dai suoi pochi scritti, emerge una personalità forte e decisa. Infatti, è una delle prime donne a essersi ribellata alla società dell’epoca fino a essere proclamata Santa, nel 1255, due anni dopo la sua morte.

“Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza” è, sotto tale aspetto, un libro molto attuale: perché l’autrice vi appare con le sue storie personali (la malattia e la morte di una sorella, del compagno), “perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee […] Chiara racconta di una Italia che forse conosciamo poco- scrive Dacia Maraini- non sprezzante dell’ordine, ma profondamente autonoma e misteriosa, indipendente e determinata”.

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